Raul Montanari




Nelle galassie oggi come oggi. Covers



Dalle note di copertina

Ogni tanto qualcuno torna a domandarsi se le canzoni abbiano dignità di poesie. Di rado ci si chiede il contrario: se la poesia contemporanea abbia impatto emotivo e suggestione pari alla musica popolare della nostra epoca.
Nella musica rock si chiama “cover” una canzone classica, per esempio dei Beatles o dei Rolling Stones, che viene rielaborata in una nuova versione da un altro gruppo. Raul Montanari, Aldo Nove e Tiziano Scarpa rilanciano in campo poetico questa operazione. I tre autori hanno preso una quarantina di celebri canzoni traendone spunto per scrivere altrettanti testi in versi. Le canzoni prescelte spaziano principalmente negli ultimi trent’anni, e coprono generi che vanno dal rock progressivo al punk, dalla techno al pop. Si incontrano cantanti e gruppi musicali come Peter Gabriel, Pink Floyd, Lou Reed, Nirvana, Björk, Massive Attack, David Bowie, Kraftwerk.
Nelle voci armoniche ma distinte di Montanari, Nove e Scarpa, le canzoni fungono da pista di decollo ai versi. Poemetti narrativi, conflagrazioni passionali, fantasia metrica, sentimento e arguzia chiamano in causa tutti i colori della lingua.






Giudizi critici

“Ci immergono in un amnio che è indistinguibile dal mondo stesso. Infatti si porrà un problema centrale su questo libro: è letteratura? Non è letteratura?... Posso soltanto dire che buona parte di Nelle galassie oggi come oggi ha pagine di poesia importanti e che non va sfogliato con la puzza sotto il naso” (Giuseppe Genna, Clarence.com).

“Versi che parlano la lingua mobile e fresca oppure sboccata e tenera del nostro vissuto contemporaneo” («La provincia»).

“La poesia infettandosi di musica riscopre il gusto, la necessità, il senso di essere ‘forma’ e così fa esplodere nuovi temi e contenuti spiazzanti, si esprime a proposito del mondo, interroga la realtà” (Lello Voce, «L’Unità»).

“Un genere letterario del tutto inedito” (Raffaella Grassi, «Il secolo XIX»).

“L’imbarazzo e il fastidio, di fronte a questo libretto, derivano proprio dal suo evidente conformismo... D’altra parte si tratta di un libro, e dunque vanno letti i testi per quello che risultano. Beh, risultano male” (Maurizio Cucchi, ovviamente, «La stampa»).

“Nell’ambiente dei poeti laureati il livore cresce di giorno in giorno. Brucia che il libro stia andando fortissimo, paragonato alla tradizionale lumacosità del settore” (Camillo Langone, «Il Giornale»).

“L’evento è che la mitica collana bianca di Einaudi infrange la sua purezza con un libro di poesie che non è di poesie scritte da poeti che non sono poeti. Ma il libro può anche essere letto e goduto...” (Alba Donati, «Il giorno»).

“Un perfetto esempio di contaminazione fra i generi” (Giovanna Toninelli, «L’eco di Bergamo»).

“Le Covers di Scarpa, Nove e Montanari sono poesie vere, in cui gli autori si confrontano con moduli e schemi della tradizione letteraria italiana più alta e vi irrompono felicemente con un linguaggio potente, fresco, innovativo, capace di trasmettere a lettori di qualsiasi generazione contenuti e immagini forti” (Daria Bignardi, «La stampa»).

“Un libro di poesie è piombato nel nostro universo bombardato da parole, da suoni che non hanno suono, e in qualche modo i segni ritrovano il significato” (Alessandra C, «Tuttolibri»).

“Le tribù dei mutanti metropolitani dispongono finalmente di un loro manifesto poetico-politico” (Filippo La Porta, «La Repubblica»).






Visto da me

L’operazione Covers è una delle cose più belle e più divertenti che ho fatto in vita mia.
Il libro rappresenta la scrematura di circa cento reading performance tenute in tutta Italia e in Svizzera. A turno, l’autore che aveva scritto quella certa cover la interpretava al microfono, mentre gli altri due lavoravano al mixer mettendogli sotto, come base, la canzone originale che aveva ispirato il testo. Era una sensazione simile a ciò che immagino debba provare un vero gruppo musicale, e anche il rapporto con il pubblico prendeva questo sapore. Lo spettacolo Covers è vissuto dal 2 giugno del 2000 al gennaio del 2003, ed è finito (salvo sporadiche ripresentazioni) per dissensi interni: anche in questo Scarpa, Antonello Nove e io abbiamo riprodotto un meccanismo tipico dei gruppi rock!
Il libro ha venduto 4.000 incredibili copie, andando in ristampa dopo due giorni dalla sua uscita e diventando così uno dei best seller della poesia italiana degli ultimi trent’anni. Naturalmente i poeti ufficiali si sono incazzati e ci hanno trattati malissimo considerandoci degli intrusi, degli usurpatori eccetera. Il loro punto di vista è rispettabile, però c’è un’obiezione a cui tengo: queste sono davvero poesie. Saranno belle, saranno brutte, saranno pop (dove?), ma sono poesie. Il lavoro sulla metrica e sui formati è rigorosissimo e chiama in causa i capisaldi della tradizione poetica italiana, dal sonetto alla canzone al madrigale, dall’endecasillabo all’ottonario, dalla rima ostinata a quella alterna a quella baciata e così via. E il lavoro sulla parola poetica, sulla retorica, c’è tutto.
Dello spettacolo Covers esistono registrazioni video di cui non so nulla e un cd reperibile presso
Il Narratore. La serata in cui è stato registrato questo cd è del settembre 2001 a Malo: oltre 1.000 persone paganti. Ma forse l’emozione più grande era stata pochi mesi prima, in piazza Affari a Milano, sullo stesso palco su cui la sera prima aveva suonato Battiato.





La prima pagina


The Police
The bed’s too big without you


Adesso che non ci sei più
è tutto così bello, così chiaro, sai, pulito,
non so se mi capisci
in casa le pareti
mi sembrano perfino più diritte,
ho smesso di fumare,
mi sono messo a dieta, non ti credere,
faccio la bella vita
ma senza esagerare,
il cielo stellato sopra di me
la legge morale dentro di me,
vado all’ipermercato ogni tre giorni,
ascolto Ligeti e Stockhausen
ho buttato via le tue cassette
quella merda di britpop, come si chiama,
vedo anche donne… scusa, non ne parlo,
ma più che altro
gli amici di una volta
quelli che ti stavano antipatici,
ho ricominciato a leggere,
la tv potrei anche venderla,
la vuoi? Te la regalo
così ti puoi guardare
tutte le tue cazzate,
io la sera leggo
non ti dico cosa, non li conosci, tanto,
la camera da letto è tutta linda,
non c’è più roba in giro, tutto a posto,
fra un mese cambio macchina,
sono anche diventato consigliere
nell’assemblea condominiale,
mi prendo l’autoradio coi cd
visto che tu non sarai lì a incasinarmeli,
faccio la raccolta dei rifiuti
differenziata, non quel puttanaio
che facevi tu, con le bottiglie
in mezzo alle banane tutte marce,
con le bollette sono puntuale,
ogni tanto penso pure a Dio[...]